Giornata Mondiale del morbo di Parkinson: due ricerche italiane aprono nuove speranze per la cura 

morbo di parkinson

La ricerca sul morbo di Parkinson fa importanti passi avanti grazie a due progetti coordinati da scienziati italiani. Entrambi hanno lo stesso obiettivo: trovare nuove cure per una delle malattie neurodegenerative più diffuse al mondo, che colpisce oltre 10 milioni di persone. 

Cellule staminali per rigenerare i neuroni danneggiati 

Il primo studio fa parte del progetto europeo STEM-PD. L’idea è rivoluzionaria: usare cellule staminali embrionali per ricreare i neuroni che nel Parkinson vengono distrutti, in particolare quelli che producono dopamina, la sostanza chimica fondamentale per il controllo dei movimenti. 

Grazie a questa terapia, già testata su otto pazienti in Svezia e Regno Unito, i ricercatori sperano di intervenire per fermare la progressione della malattia, non solo di alleviarne i sintomi. Tra i protagonisti dello studio c’è anche l’Italia, con la professoressa Elena Cattaneo dell’Università degli Studi di Milano, da anni impegnata nella ricerca sulle terapie rigenerative per il sistema nervoso. 

I primi risultati sono promettenti: le cellule trapiantate si sono integrate bene e stanno iniziando a funzionare come neuroni veri. Se la sperimentazione continuerà con successo, potremmo essere vicini a una cura innovativa per il Parkinson. 

Un nuovo modello per studiare il Parkinson giovanile 

La seconda scoperta arriva dall’IRCCS Ospedale San Raffaele e dall’Università Vita-Salute San Raffaele, sempre a Milano. Un team guidato dalla professoressa Jenny Sassone ha creato un modello sperimentale di Parkinson giovanile, causato da mutazioni nel gene PARKIN

Finora, i modelli esistenti non mostravano sintomi reali, fattore che rendeva difficile studiare questo tipo di malattia. Il risultato è un modello “vivo” della malattia, estremamente realistico e replicabile, fondamentale per studiarne i meccanismi e testare nuovi farmaci in condizioni più vicine alla realtà clinica. 

Lo studio apre la possibilità di valutare l’effetto di terapie complementari, come l’attività fisica, che potrebbe avere un ruolo nel rallentare la neurodegenerazione e di analizzare i meccanismi della malattia già nelle fasi iniziali, anche prima della comparsa dei sintomi motori classici (tremori, rigidità, lentezza). 

Nuove prospettive per il futuro della cura del Parkinson 

Questi due progetti, anche se diversi tra loro, ci ricordano quanto la ricerca scientifica italiana sia attiva nella lotta contro il Parkinson. L’obiettivo non è più solo gestire i sintomi, ma arrivare a bloccare il danno neurologico

Grazie all’uso di cellule staminali e a modelli sperimentali sempre più realistici, i ricercatori sperano di offrire presto nuove terapie più efficaci e personalizzate per chi soffre di questa malattia. 

Marzo mese della sensibilizzazione sul tumore del colon retto 

tumore del colon retto

Marzo è il mese dedicato alla sensibilizzazione sul tumore del colon retto, il secondo più frequente in Italia nelle donne e negli uomini rispettivamente dopo quello della mammella e della prostata.  

Il tumore del colon retto nasce dalla crescita incontrollata delle cellule epiteliali della mucosa che riveste l’intestino crasso (colon), si manifesta principalmente nell’ultima parte del colon e, più raramente, nel colon trasverso e discendente.  

I dati in Italia e chi è a rischio 

Nel 2024 in Italia ci sono stati circa oltre 48 mila casi di tumore al colon retto con una diffusione maggiore tra i 60 e i 75 anni, ma il numero dei casi è in aumento anche tra i più giovani.  

Negli ultimi vent’anni, grazie ai programmi di screening, l’incidenza è diminuita nella fascia 50-69 anni con un calo annuo del 3-4% mentre i dati recenti evidenziano un aumento dello 0,4% annuo nei soggetti sotto i 50 anni, inclusi i giovani under 30.  

I fattori di rischio per il tumore del colon retto includono diete, genetica e cause non ereditarie, rendendo tutti potenzialmente esposti al problema.  Dal punto di vista nutrizionale, una dieta ricca di grassi, proteine animali e povera di fibre è associata ad un aumento del rischio, mentre il consumo di frutta e verdura sembra avere un effetto protettivo. Anche l’obesità e la sedentarietà giocano un ruolo sfavorevole.  

Sul piano genetico, circa il 10% dei tumori del colon retto è legato a mutazioni ereditare, avere un parente di primo grado con questo tumore aumenta il rischio di 2-3 volte.  

Diagnosi e cura 

Gli esami fondamentali per la diagnosi di un tumore del colon e del retto prevedono:  

  • Ecografia addominale e pelvica; 
  • Colonscopia con biopsia per esame istologico; 
  • TC; 
  • Anoscopia;
  • Rettoscopia; 
  • RM pelvica;
  • Livello sierico dell’antigene carcinoembrionale. 

Per il tumore del colon: 

  • La chirurgia è il trattamento più comune ed efficace soprattutto negli stadi iniziali, l’intervento poi varia in base alla sede e all’estensione del tumore; 
  • La chemioterapia e/o l’immunoterapia con nuovi farmaci biologici vengono i impiegati nelle fasi avanzate, in presenza di metastasi, con l’obiettivo di rallentare l’evoluzione della malattia; 
  • Farmaci a bersaglio molecolare e Immunoterapia 

Per il tumore del retto: 

  • Chirurgia; 
  • Stomia; 
  • Chemioterapia e Radioterapia; 
  • Trattamento conservativo, in circa il 16-27% dei casi, si ottiene una risposta completa alla terapia. 

Come prevenire? 

In Italia è attivo un programma nazionale di screening per la diagnosi precoce, con modalità che variano tra le Regioni e, generalmente, prevede la ricerca del sangue occulto nelle feci ogni due anni per le persone tra i 50 e i 70 anni. In alternativa è possibile sottoporsi ad una rettosigmoidoscopia, da effettuare una sola volta tra i 58 e i 60 anni e da ripetere eventualmente ogni 10 anni. 

Gennaio mese della senibilizzazione del Tumore alla Cervice 

tumore cervice

Gennaio è il mese dedicato alla prevenzione del tumore alla cervice, uno dei più frequenti nelle donne sotto i 50 anni di età.  

Questo mese rappresenta un’occasione importante per sensibilizzare le donne riguardo tutti gli strumenti messi a loro disposizione per sottoporsi a esami mirati a identificare eventuali malattie ginecologiche e per curarle tempestivamente.  

 I numeri in Italia e le cause più frequenti 

Il Ministero della Salute ricorda che nel 2024 sono state stimate circa 2.382 diagnosi del cancro al collo dell’utero, tra cui il 4% appartiene alla fascia di età giovanile e sono 49.800 le donne guarite in Italia.  

La causa più frequente di questo tumore è il Papilloma Virus (HPV), una malattia sessualmente trasmissibile, la quale può portare a gravi conseguenze se non si regredisce spontaneamente.  Oltre all’HPV, altri fattori di rischio che contribuiscono alla formazione del tumore alla cervice sono il fumo, l’inizio precoce dell’attività sessuale, i casi genetici, una dieta povera di frutta e verdura e l’obesità.  

Gli esami di screening per il tumore alla cervice

Lo screening del tumore alla cervice si basa su due test principali: 

  • Pap test
  • HPV-DNA test

Il Pap test viene offerto ogni 3 anni alle donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni mentre il test per il Papilloma Virus viene raccomandato alle donne di età maggiore di 30 con una frequenza di 5 anni. 

In caso di positività all’HPV test la donna viene sottoposta al Pap test come approfondimento diagnostico per individuare eventuali alterazioni cellulari e, se necessario, viene indirizzata alla colposcopia, ovvero un esame che tramite il colposcopio visiona la cervice uterina ingrandita così da confermare o meno la presenza di tumori.  

Nel momento in cui il Pap test non evidenzia alterazioni significative, l’HPV test viene ripetuto dopo un anno.  

Cosa fare per ridurre il rischio? 

La fondazione AIRC per la ricerca sul cancro ha lanciato una strategia con dei punti chiave da raggiungere entro il 2030 per eliminare il tumore alla cervice

  • Il 90% delle ragazze devono essere vaccinate con tutti i richiami previsti per l’HVC entro i 15 anni di età; 
  • Il 70% delle donne devono essere sottoposte a screening entro i 35/45 anni; 
  • Il 90% delle donne con tumore alla cervice devono essere sottoposte ai trattamenti adeguati.  

Giornata Mondiale contro l’AIDS 

AIDS

Il 1° dicembre si celebra la Giornata Mondiale contro l’AIDS, istituita nel 1988 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questa data è dedicata a sensibilizzare sull’AIDS, sostenere le persone colpite e ricordare chi ne è vittima. L’obiettivo è promuovere la prevenzione e combattere lo stigma, ancora oggi un ostacolo alla diagnosi e al trattamento. 

Cos’è l’AIDS? 

L’AIDS (Sindrome da Immunodeficienza Acquisita) è lo stadio avanzato dell’infezione da HIV (Virus dell’Immunodeficienza Umana). Questa malattia colpisce il sistema immunitario, compromettendone la capacità di difendersi da infezioni e tumori. L’HIV si trasmette attraverso sangue, rapporti sessuali non protetti, utilizzo di strumenti contaminati e da madre a figlio durante gravidanza, parto o allattamento. 

Numeri sull’AIDS in Italia 

Nel 2023, l’Italia ha registrato 2.349 nuove diagnosi di HIV, un aumento rispetto al 2022 (2.140) e vicino ai livelli pre-pandemia. Oltre il 60% delle diagnosi è stato effettuato in fase tardiva. Gli uomini di 30-39 anni rappresentano il gruppo più colpito, mentre, tra le donne, la fascia più a rischio è quella tra i 20 e i 29 anni. 

Il Lazio registra il tasso di incidenza più alto con 5,5 casi ogni 100.000 abitanti, seguito da Umbria ed Emilia-Romagna. L’autodiagnosi tardiva è un problema crescente, aggravando il rischio di AIDS conclamato, con 532 nuovi casi nel 2023. 

Prevenire e sensibilizzare 

La prevenzione resta il pilastro fondamentale per arginare la diffusione dell’HIV. Misure chiave includono: 

  • Test regolari e tempestivi per individuare l’infezione precocemente. 
  • Utilizzo del preservativo, fondamentale per prevenire la trasmissione sessuale. 
  • Educazione sessuale, per abbattere pregiudizi e disinformazione. 
  • Accesso alle terapie per chi è sieropositivo, che riducono il rischio di contagio. 

Sul sito del Ministero della Salute puoi leggere e approfondire su tutto ciò che riguarda l’AIDS. 

Settimana mondiale sull’uso consapevole degli antimicrobici: educare, sostenere, agire ora

antimicrobici

Dal 18 al 24 novembre, si celebra la Settimana mondiale sull’uso consapevole degli antimicrobici, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). L’obiettivo è aumentare la consapevolezza sull’antimicrobico-resistenza (AMR), una minaccia globale che compromette la capacità di trattare infezioni comuni.   

 Antimicrobico-resistenza: cosa significa?  

L’antimicrobico-resistenza è la capacità dei microrganismi (batteri, virus, funghi e parassiti) di sopravvivere e proliferare nonostante l’uso di farmaci progettati per eliminarli. Questo fenomeno rende inefficaci trattamenti essenziali, come gli antibiotici, e complica la cura di infezioni anche banali. 

Questa resistenza è alimentata soprattutto dall’uso eccessivo o improprio degli antimicrobici. Ogni volta che un antibiotico viene utilizzato, infatti, i microrganismi possono sviluppare mutazioni che li rendono più forti.  

I dati sono preoccupanti: in Europa, si registrano circa 35.000 decessi ogni anno dovuti a infezioni resistenti, e l’OMS prevede che, senza interventi rapidi, entro il 2050 la resistenza agli antimicrobici potrebbe causare fino a 10 milioni di morti l’anno.  

 Perché la prevenzione è cruciale? 

L’uso corretto degli antimicrobici può contenere il fenomeno della resistenza. Tra le pratiche essenziali:   

  • Evitare l’automedicazione: gli antibiotici devono essere prescritti solo quando necessario.   
  • Completare le terapie: interrompere il trattamento troppo presto può favorire la resistenza.   
  • Promuovere l’igiene: pratiche come lavarsi le mani riducono il rischio di infezioni e, quindi, l’uso di antimicrobici.   

La lotta all’AMR richiede un impegno condiviso: educazione, supporto e azione immediata sono le chiavi per preservare l’efficacia dei trattamenti antimicrobici per le generazioni future. 

Novembre mese della prevenzione dei tumori maschili 

prevenzione tumori maschili

Novembre è dedicato alla sensibilizzazione e prevenzione dei tumori maschili, con un focus particolare sui tumori della prostata, dei testicoli e della vescica.  

Iniziative come il “Movember” incoraggiano gli uomini a prendersi cura della propria salute tramite controlli e stili di vita sani. In Italia, ad esempio, sono oltre 36.000 i nuovi casi di tumore alla prostata diagnosticati ogni anno, e la prevenzione diventa essenziale per aumentare le possibilità di diagnosi precoce, che è fondamentale per la gestione della malattia. 

L’importanza della prevenzione in numeri 

I dati confermano quanto sia rilevante la prevenzione: il tumore alla prostata, che è il più comune fra i tumori maschili, colpisce circa 1 uomo su 8. L’incidenza è in aumento, soprattutto per via dell’allungamento dell’aspettativa di vita e del miglioramento delle tecniche diagnostiche, che permettono di identificare il cancro in stadi sempre più precoci.  

Il tumore ai testicoli è meno frequente ma colpisce soprattutto uomini giovani, con il picco di diagnosi tra i 15 e i 40 anni. Anche il tumore della vescica è diffuso e rappresenta circa il 7% dei tumori maschili: in Italia, infatti, si stimano circa 25.500 nuovi casi ogni anno.  

Grazie ai programmi di prevenzione e screening, la mortalità per molti tumori maschili si è ridotta, dimostrando l’importanza di diagnosi tempestive e controlli regolari. 

I controlli consigliati per una corretta prevenzione 

Prevenire significa non solo migliorare le probabilità di cura, ma anche favorire una vita più lunga e sana. I tumori maschili più diffusi, come quello alla prostata, possono essere rilevati in fasi molto precoci grazie a semplici test diagnostici, come il PSA (Antigene Prostatico Specifico) e l’esplorazione rettale. Anche per il tumore ai testicoli e alla vescica, un monitoraggio attento dei sintomi e un consulto regolare con il proprio medico possono fare la differenza. 

Ma quali sono i principali controllo consigliati per una prevenzione precoce? 

  • Tumore alla Prostata: 
    • Test PSA: Un esame del sangue che misura i livelli dell’antigene prostatico specifico, utile per individuare anomalie nella prostata. 
    • Esplorazione Rettale Digitale: Una procedura semplice che permette di identificare irregolarità nella prostata. 
  • Tumore al Testicolo: 
    • Autoesame Testicolare: Consigliato mensilmente, permette di notare eventuali cambiamenti di forma o consistenza, che potrebbero indicare la presenza di masse. 
  • Tumore alla Vescica e Apparato Urogenitale: 
    • Analisi delle Urine: Utile per identificare la presenza di sangue o altre anomalie. 
    • Cistoscopia: Per valutare direttamente la superficie interna della vescica, in presenza di sintomi specifici o fattori di rischio. 

la prevenzione può salvare vite. Prenota subito il tuo controllo presso la nostra clinica polispecialistica e partecipa anche tu alla campagna di prevenzione. 

Ottobre mese della prevenzione per il tumore al seno

Prevenzione seno

Ottobre si veste di rosa: come ogni anno, l’inizio dell’autunno viene dedicato alla sensibilizzazione sulla prevenzione del tumore al seno, una delle forme di cancro più diffuse tra le donne in tutto il mondo.  

Durante questo mese, numerose iniziative mirano a promuovere l’importanza della diagnosi, la consapevolezza e il sostegno alla ricerca scientifica.  

Cosa possono fare le donne per ridurre il rischio di tumore al seno?

Importanza della diagnosi precoce

Il tumore al seno è il tipo di cancro più comune nelle donne. Come afferma anche la Fondazione AIRC per la Ricerca sul cancro, ogni anno in Italia vengono diagnosticati 55.000 nuovi casi di tumore al seno, rappresentando circa il 30% di tutte le forme tumorali che colpiscono le donne e circa il 15% del totale dei tumori diagnosticati in Italia.  

Sebbene il numero di nuovi casi sia in leggero aumento, il tasso di mortalità è in diminuzione, e questo grazie ai progressi nelle terapie e, soprattutto, attraverso una diagnosi precoce. Proprio quest’ultima aumenta notevolmente le possibilità di guarigione, ed è per questo che l’ottobre rosa gioca un ruolo cruciale nel promuovere controlli regolari.  

Capiamo però quali sono gli esami da fare per una diagnosi tempestiva del tumore al seno.

Quali esami fare per la prevenzione?

Un controllo periodico è fondamentale per la diagnosi tempestiva del tumore al seno. Gli esami più efficaci sono:  

  • Autopalpazione: è un semplice esame che ogni donna può fare da casa per rilevare cambiamenti nel seno. La fase di osservazione è importante per notare modifiche nella forma, mentre la palpazione aiuta ad individuare noduli o altre anomalie. È importante, infatti, prestare attenzione anche a segnali come le retrazioni, secrezioni o alterazioni della pelle. A partire dai 20 anni, è consigliato eseguirla una volta al mese, tra il settimo e quattordicesimo giorno di mestruazioni.  
  • Mammografia: è un esame che viene effettuato tramite la compressione del seno tra due piastre per ottenere un’immagine radiografica del tessuto mammario, con l’obiettivo di identificare eventuali formazioni sospette o potenzialmente tumorali. La mammografia è raccomandata annualmente alle donne a partire dai 40 anni e non ha limiti di età.  
  • Ecografia mammaria: è un esame sicuro e non invasivo del seno. Si utilizza una sonda a ultrasuoni, che emette onde a bassa frequenza e alta intensità, per esaminare la zona interessata. Questo esame è consigliato alle ragazze dall’età compresa tra i 20 e i 40 anni, preferibilmente ogni anno. 

Cosa fare per ridurre il rischio?

Come abbiamo visto, è possibile ridurre il rischio di insorgenza del tumore al seno, effettuando regolarmente degli screening. Sebbene non esista un metodo di prevenzione sicuro al 100%, ci sono altre azioni che possono favorire la riduzione del rischio: 

  • Mantenere uno stile di vita sano, che comprenda una dieta equilibrata, attività fisica regolare ed evitare di bere e fumare può fare la differenza. 
  • Allattamento al seno, può ridurre il rischio di tumore, perché permette alle cellule mammarie di completare il loro sviluppo, rendendole meno vulnerabili a trasformazioni cancerose. 
  • Test genetici, per individuare mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA. Questi test possono essere strumenti di prevenzione utili quando la storia medica familiare o personale suggerisce un rischio ereditario di sviluppare il tumore. 

La salute del seno deve essere una priorità per tutte le donne e, grazie ai progressi medici, la prevenzione può salvare vite. Prenota subito il tuo controllo presso la nostra clinica polispecialistica e partecipa anche tu alla campagna di prevenzione. 

Vaccini obbligatori per l’ingresso a scuola: guida per i genitori 

Vaccini Obbligatori

Settembre è arrivato e, con questo, si avvicinano anche le aperture scolastiche. Tra chi inizia e chi ri-inizia, però, c’è un aspetto cruciale da non sottovalutare: la conformità alle vaccinazioni obbligatorie richieste per l’iscrizione a scuola.  

Il Ministero della Salute, infatti, stabilisce precise linee guida per garantire la salute collettiva e prevenire la diffusione di malattie infettive. 

Ogni età e grado scolastico ha le proprie direttive sul tema, scopriamo quali. 

Vaccini obbligatori per la prima fascia d’età: nido e infanzia 

Per i bambini che frequentano il nido e la scuola dell’infanzia, le vaccinazioni obbligatorie sono fondamentali per proteggere non solo il singolo bambino, ma anche l’intera comunità scolastica. Le vaccinazioni previste per questa fascia d’età includono:  

  1. Esavalente – Protegge contro sei malattie: difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B ed Haemophilus influenzae di tipo b. È somministrata in tre dosi durante il primo anno di vita. 
  2. Vaccinazione contro il morbillo, parotite e rosolia (MPR) – Solitamente somministrata tra i 12 e i 15 mesi, con un richiamo previsto tra i 5 e i 6 anni. 
  3. Vaccino contro la varicella – Può essere somministrato insieme al MPRV (morbillo, parotite, rosolia e varicella), come previsto dal Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV).

Queste vaccinazioni sono obbligatorie per l’accesso a nidi e scuole dell’infanzia, salvo specifiche esenzioni mediche. 

Vaccini obbligatori per la scuola primaria 

Quando i bambini passano alla scuola primaria, non sono richiesti nuovi vaccini obbligatori oltre a quelli già somministrati nella prima infanzia. Tuttavia, è possibile che alcuni studenti abbiano bisogno di completare il ciclo di vaccinazioni, come i richiami del vaccino MPR (morbillo, parotite e rosolia) e della varicella, se non già effettuati. 

Inoltre, è importante che i genitori continuino a monitorare lo stato vaccinale dei propri figli per garantire che tutte le dosi richieste siano state somministrate, mantenendo un calendario aggiornato delle vaccinazioni. 

Vaccini obbligatori per la scuola secondaria di primo e secondo grado 

Per la scuola secondaria di primo e secondo grado (medie e superiori), non sono previsti nuovi vaccini obbligatori rispetto a quelli già somministrati in precedenza. Tuttavia, è fondamentale verificare che i richiami dei vaccini contro difterite, tetano, pertosse e poliomielite (DTP-IPV) siano stati eseguiti. Questi richiami sono spesso somministrati intorno agli 11-12 anni.  

Anche in questa fase, il rispetto del calendario vaccinale è essenziale per garantire una protezione continua contro le malattie infettive, soprattutto in un contesto scolastico dove il rischio di contagio può essere maggiore. 

Maggiori informazioni 

Per ulteriori dettagli sulle vaccinazioni obbligatorie e per consultare il calendario vaccinale aggiornato, è possibile visitare il sito del Ministero della Salute.

Perché la prevenzione è essenziale a ogni età? 

Prevenzione giovani

In occasione della Giornata della Gioventù, vogliamo riflettere su un aspetto cruciale della salute: la prevenzione. In un momento in cui i giovani sono al centro dell’attenzione, è fondamentale sottolineare quanto sia importante iniziare a prendersi cura della propria salute fin dalla tenera età.  

Per questo abbiamo scelto di mostrare come la prevenzione non sia solo una responsabilità per il futuro, ma una pratica essenziale per il presente. Iniziare fin da subito può fare una grande differenza. 

Scopriamo di più! 

La prevenzione a ogni età! 

La prevenzione è un aspetto chiave per mantenere una buona salute e ridurre il rischio di malattie nel lungo termine. Iniziare precocemente permette di identificare e gestire i fattori di rischio prima che diventino problemi gravi.  

Per i giovani, questo significa adottare abitudini sane, sottoporsi a controlli regolari e adottare uno stile di vita che promuova il benessere.  

La prevenzione non è riservata solo agli adulti; anzi, è ancora più efficace se viene avviata sin da giovane. Ad esempio, le abitudini alimentari, l’attività fisica e la gestione dello stress sono tutte aree in cui le scelte fatte durante l’età giovanile possono influenzare notevolmente la salute futura. 

La prevenzione per i più giovani: a quali screening sottoporsi? 

Gli screening per bambini e adolescenti sono fondamentali per monitorare la salute e identificare precocemente eventuali problemi che potrebbero influenzare il loro sviluppo e benessere. Ecco alcuni esempi di screening utili per questa fascia d’età: 

  • Screening neonatale – lo screening, effettuato generalmente entro le prime 48 ore di vita, è obbligatorio e gratuito in molti paesi. Consiste in un prelievo di sangue dal tallone del neonato e serve a identificare malattie metaboliche congenite, come la fenilchetonuria e l’ipotiroidismo congenito, che, se non trattate, possono causare gravi problemi di sviluppo. La diagnosi precoce permette un trattamento tempestivo e previene gravi conseguenze. 

  • Screening per problemi visivi: questo tipo di screening viene spesso effettuato in età prescolare e scolastica. Esamina la capacità visiva dei bambini e può aiutare a identificare problemi come l’ambliopia (occhio pigro) e lo strabismo (occhi storti). È importante perché questi problemi possono influenzare l’apprendimento e lo sviluppo se non trattati precocemente. 

  • Screening per problemi di udito: effettuato spesso all’inizio della scuola primaria, lo screening audiologico verifica la capacità di udito dei bambini. I problemi di udito non diagnosticati possono influenzare negativamente l’apprendimento e lo sviluppo del linguaggio. Alcuni programmi offrono screening audiologici gratuiti o a basso costo nelle scuole. 

  • Screening per problemi cardiaci congeniti: può includere ecocardiogrammi o test di saturazione dell’ossigeno. Questi screening possono aiutare a identificare condizioni che potrebbero richiedere un intervento chirurgico o un trattamento speciale. 

  • Screening per disturbi del comportamento e salute mentale: I disturbi dell’attenzione, dell’iperattività e dell’ansia possono iniziare a manifestarsi durante l’infanzia e l’adolescenza. Screening psicologici e valutazioni possono essere condotti da specialisti per identificare precocemente questi problemi e avviare un intervento appropriato. Alcuni programmi scolastici e cliniche offrono servizi di screening per disturbi del comportamento e della salute mentale.

  • Screening per obesità infantile: a misurazione regolare del peso e dell’indice di massa corporea è un modo per monitorare il rischio di obesità infantile. Gli studi hanno dimostrato che il monitoraggio e l’intervento precoce possono aiutare a prevenire complicazioni a lungo termine associate all’obesità, come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari.

  • Screening per malattie infettive: alcuni screening includono il monitoraggio dell’immunizzazione per malattie infettive, come la varicella e il morbillo. La verifica dei titoli anticorpali può essere effettuata per garantire che il bambino sia protetto da queste malattie. 

  • Prevenzione per Diabete Tipo 2: L’aumento dell’obesità tra i giovani ha portato a un aumento dei casi di diabete di tipo 2. La prevenzione inizia con una dieta sana e una regolare attività fisica, che aiutano a mantenere un peso corporeo sano e una glicemia equilibrata. 

  • Prevenzione dal Cancro: Alcuni tipi di cancro, come quello al seno e al collo dell’utero, hanno iniziato a mostrare segni di rischio anche nei giovani. La vaccinazione contro il papillomavirus umano (HPV) e le visite regolari sono misure preventive importanti. Ad esempio, dai le donne dall’età di 25 sono invitate a sottoporsi a test di screening per il tumore al collo dell’utero.

Estate: cura e prevenzione per le malattie più diffuse 

La stagione estiva porta con sé anche alcuni rischi per la salute. Complici il caldo, il mare e la piscina o la prolungata esposizione all’aria aperta, il rischio di infezioni o di malattie accresce: scopriamo le 10 più comuni. 

Gastroenteriti 

Le gastroenteriti sono infezioni gastrointestinali causate da batteri, virus o parassiti. Durante l’estate, il rischio di contrarre queste infezioni aumenta a causa del consumo di cibi e bevande contaminati, oltreché all’aumento dei viaggi che spesso sono conseguenza della cosiddetta “diarrea del viaggiatore”, dovuta a batteri presenti in specifiche aree geografiche. Sintomi tipici includono nausea, vomito, diarrea e dolori addominali. Per prevenire le gastroenteriti, è fondamentale lavarsi spesso le mani, evitare cibi crudi o mal conservati e bere solo acqua potabile. 

Infezioni delle vie urinarie (IVU) 

Le infezioni delle vie urinarie sono comuni durante l’estate, specialmente tra le donne. L’aumento della sudorazione e l’uso di costumi da bagno bagnati possono favorire la proliferazione dei batteri. I sintomi includono bruciore durante la minzione, bisogno frequente di urinare e dolore addominale. Per prevenire le IVU, è importante mantenere una buona igiene personale, cambiare subito i costumi da bagno bagnati e bere molta acqua. 

Dermatiti da contatto 

Le dermatiti da contatto sono infiammazioni della pelle causate dal contatto con sostanze irritanti o allergeni. Durante l’estate, l’esposizione a piante, insetti e prodotti chimici aumenta il rischio di sviluppare queste dermatiti. Sintomi comuni sono prurito, arrossamento e vesciche. Per prevenire le dermatiti, è consigliabile indossare abiti protettivi, utilizzare repellenti per insetti ed evitare il contatto con piante sconosciute. 

Micosi cutanee 

Le micosi cutanee sono infezioni fungine che colpiscono la pelle, i capelli e le unghie. L’umidità e il calore estivi creano un ambiente ideale per la proliferazione dei funghi. Le aree più colpite sono i piedi (piede d’atleta) e le pieghe della pelle. I sintomi includono prurito, desquamazione e macchie sulla pelle. Per prevenire le micosi, è importante mantenere la pelle asciutta, utilizzare calzature traspiranti e asciugare bene i piedi dopo la doccia. 

Colpi di calore 

I colpi di calore sono causati dall’eccessiva esposizione al sole e alle alte temperature. Possono provocare sintomi come vertigini, nausea, mal di testa, confusione e perdita di coscienza. Per prevenirli, è fondamentale evitare l’esposizione diretta al sole nelle ore più calde, indossare abiti leggeri e traspiranti, utilizzare creme solari e bere molta acqua. 

Allergie stagionali 

Le allergie stagionali, come la rinite allergica, sono comuni in estate a causa della maggiore presenza di pollini e altri allergeni. I sintomi includono starnuti, prurito agli occhi, naso che cola e congestione nasale. Per ridurre l’esposizione agli allergeni, è utile tenere le finestre chiuse durante le ore di punta dei pollini, utilizzare purificatori d’aria e assumere farmaci antistaminici prescritti dal medico. 

Punture di insetti 

Le punture di insetti sono un problema comune durante l’estate. Zanzare, api, vespe e zecche possono causare reazioni allergiche e trasmettere malattie. I sintomi variano da prurito e gonfiore a reazioni allergiche gravi. Per prevenirle, è consigliabile utilizzare repellenti per insetti, indossare abiti protettivi e controllare la pelle dopo essere stati all’aperto. 

Otiti 

Le otiti sono infezioni dell’orecchio causate da batteri o funghi, spesso favorite dall’acqua contaminata delle piscine o del mare. I sintomi includono dolore all’orecchio, prurito e deficit dell’udito. Per prevenire le otiti, è importante asciugare bene le orecchie dopo il nuoto e utilizzare tappi per le orecchie quando si è in acqua. 

Congiuntiviti 

Le congiuntiviti sono infiammazioni della congiuntiva, spesso causate da allergeni, batteri o virus. Durante l’estate, l’esposizione a cloro, sabbia e polvere ne aumenta il rischio. I sintomi includono arrossamento, prurito e secrezione oculare. Per prevenirle, è consigliabile indossare occhiali da sole protettivi, evitare di toccarsi gli occhi con le mani sporche e utilizzare lacrime artificiali per mantenere gli occhi idratati. 

Scottature solari 

Le scottature solari sono causate dall’esposizione eccessiva ai raggi ultravioletti del sole. Possono provocare arrossamento, dolore, vesciche e, a lungo termine, aumentare il rischio di tumori della pelle. Per prevenirle, è essenziale applicare regolarmente una crema solare ad ampio spettro, indossare cappelli e occhiali da sole, e cercare ombra durante le ore più calde. 

Seguendo questi consigli e prestando attenzione alla propria salute, è possibile godere dell’estate in sicurezza e serenità.