Con l’arrivo dell’estate, la voglia di stare all’aria aperta cresce. Sole, luce e giornate lunghe ci mettono di buonumore, ma ci espongono anche a rischi spesso sottovalutati.
L’esposizione solare fa bene, ma è importante farlo in modo consapevole. Capire quando e come farlo fa la differenza tra un beneficio reale e un pericolo per la salute.
Quali sono i benefici dell’esposizione solare?
Il sole non è solo sinonimo di abbronzatura. Una corretta esposizione solare, anche di soli 15–30 minuti al giorno su viso e braccia, stimola la produzione di vitamina D, fondamentale per la salute delle ossa, del sistema immunitario e del tono dell’umore.
La luce solare influisce anche sulla produzione di serotonina, una sostanza che migliora l’umore e aiuta a contrastare ansia, stress e disturbi affettivi stagionali. Inoltre, contribuisce a regolare il ciclo sonno-veglia, favorendo un riposo più profondo e rigenerante.
Infine, in alcune persone, il sole può migliorare condizioni dermatologiche come psoriasi ed eczemi, purché l’esposizione sia moderata e protetta.
I rischi di una scorretta esposizione al sole
Esporsi al sole senza protezione può causare scottature, danni cutanei profondi e aumentare il rischio di tumori della pelle. Al centro di questa reazione c’è la melanina, il pigmento che protegge naturalmente la pelle dai raggi UV. Le persone con pelle chiara, avendo meno melanina, sono più soggette a rossori, gonfiore e dolore, tutti segni tipici di una scottatura.
Anche senza bruciature visibili, i raggi UV danneggiano le cellule cutanee. Questo rischio riguarda anche chi ha la pelle scura o si abbronza facilmente. I danni si accumulano nel tempo: ogni esposizione non protetta può contribuire all’invecchiamento precoce e aumentare la probabilità di sviluppare un tumore cutaneo.
Raggi solari: quali sono le differenze?
Le radiazioni solari sono classificate in base alla loro caratteristica lunghezza d’onda. Oltre alla luce visibile, si distinguono raggi infrarossi (IR) e ultravioletti (UV). Questi ultimi, sono alla base degli effetti del sole sulla nostra pelle. Esistono diversi tipi:
- UVA: rappresentano la maggior parte dei raggi UV. Penetrano in profondità nella pelle e, seppur non causino scottature immediate, sono i principali responsabili dell’invecchiamento cutaneo precoce e possono danneggiare il DNA delle cellule.
- UVB: meno abbondanti, sono quelli che stimolano la produzione di vitamina D, ma anche i principali responsabili delle scottature.
- UVC: sarebbero i più pericolosi, ma fortunatamente sono filtrati dallo strato di ozono.
Come proteggere la pelle in estate?
I filtri solari assorbono o riflettono i raggi UV. Per difendere la pelle sia dai raggi UVB che UVA (che causano invecchiamento precoce della pelle), occorre utilizzare una protezione solare che possa fornire protezione UV ad ampio spettro (UVA/UVB).
Cosa vuol dire SPF?
Il valore SPF (Sun Protection Factor) indica per quanto tempo i raggi UVB impiegano a causare arrossamenti sulla pelle protetta, rispetto a una pelle non protetta. Ad esempio, un SPF 30 rallenta di 30 volte il processo di scottatura.
Ma non si tratta solo di tempo: SPF 30 filtra circa il 97% dei raggi UVB, mentre SPF 50 arriva al 98%. Questa differenza dell’1% può sembrare minima, ma equivale a un’esposizione del 50% in più ai raggi UV con SPF 30 rispetto a SPF 50.
Per chi ha una pelle particolarmente sensibile, fitta di nei, con patologie genetiche (come albinismo o xeroderma pigmentoso), o si espone in ambienti estremi (alta quota, zone equatoriali), è consigliato un SPF 50+ resistente all’acqua e a largo spettro.
Quando e quanto SPF mettere sul viso prima dell’esposizione al sole?
Una corretta applicazione resta fondamentale:
- Usa circa 2 cucchiai di prodotto 30 minuti prima dell’esposizione al sole.
- Per il viso basta una striscia di crema su indice e medio.
- Riapplica ogni 2 ore o dopo aver sudato o fatto il bagno.